La febbre delle sfide social mette a rischio la salute: l’allarme degli esperti sull’ultima moda di TikTok, la Hot Chip Challenge.
L’ultimo grido della moda sui social, la Hot Chip Challenge, sta creando onde di shock in Italia. Questa tendenza pericolosa invita gli utenti a consumare una patatina estremamente piccante, superando il bruciore senza l’ausilio di acqua o altri rimedi. Nonostante sia nata come una semplice sfida, la questione ha attirato l’attenzione delle autorità nazionali, con il Nas dei Carabinieri e il Ministero della Salute che stanno esaminando la problematica. L’allarme è stato rilevato dopo una segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, portando a una riflessione più ampia sulle implicazioni di tali sfide virali.
L’impatto delle Social Challenge sulla gioventù italiana
Claudia Mortali, ricercatrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss, ha delineato come queste sfide siano diventate un fenomeno diffuso tra i giovani, indicando che circa 243mila studenti italiani tra gli 11 e i 17 anni hanno partecipato almeno una volta a sfide del genere sui social media. Il caso di un TikToker, Diego Simili, che ha condiviso la sua esperienza traumatica finendo all’ospedale dopo aver accettato la sfida, mette in evidenza i rischi tangibili associati a queste mode online.
La Hot Chip Challenge non è solo un gioco innocente, ma rappresenta un rischio serio. La patatina in questione contiene Carolina Reaper e Trinidad Scorpion, due delle varietà di peperoncino più piccanti al mondo. L’esperienza di Simili svela la faccia oscura di queste sfide, evidenziando come la ricerca di popolarità online possa avere conseguenze pericolose sulla salute.
Genitori e autorità: un ruolo cruciale nella prevenzione
L’analisi di Mortali va oltre, sottolineando come la Gen Z, pur avendo una connessione globale attraverso gli smartphone, non possieda ancora gli strumenti per gestire responsabilmente tali tecnologie. Le social challenge, sebbene apparentemente innocue, possono facilmente sfuggire al controllo, esponendo i giovani a rischi che vanno ben oltre un semplice disagio momentaneo.
